Speck d’oca

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

Il petto d’oca singolo viene salato a secco stagionato per circa tre mesi e affumicato a freddo usando legno di faggio e di quercia, bacche di ginepro e foglie di alloro.

 

Territorio interessato alla produzione: Comuni di Chiopris Viscone, Aiello del Friuli e Palmanova.

 

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
La tecnica di produzione è simile a quella dello speck.

 

Cenni storici e curiosità
E’ curioso notare che dopo essersi affermato sul mercato lo speck d’oca, non essendo mai stato registrato come marchio, è divenuto termine generalmente riconosciuto dai consumatori per identificare il petto d’oca affumicato in baffa sia esso di produzione francese che italiana visto l’impiego di codesto nome anche da parte di altri produttori.
“Nella Civica Biblioteca Joppi di Udine si conserva, in un manoscritto del XIV secolo, un disegno a inchiostro con la rappresentazione di una scena di vita quotidiana medioevale: un prelato Martino è colto nell’atto di offrire due oche al patriarca Raimondo della Torre…” tratto da “L’oca” di Germano Pontoni.
“Nella pianura friulana l’oca deve essere da molto tempo allevata ed è molto apprezzata per la sua piuma, il grasso, la carne è più gustosa se messa in conserva che mangiata fresca; tuttavia si prepara anche arrostita ed in umido’’: frase tratta da “Mangiare e bere friulano” di Giuseppina Peressini Antonini.
Le prime piccole produzioni della famiglia Pessot nascono nel 1973, presso la azienda agricola Hausbrandt in Chiopris Viscone. Testimoni oltre ai vecchi collaboratori, diversi clienti privati ed alcuni ristoranti della zona.
Tra le testimonianze più vecchie ritrovate una foto di lavorazione con il sig. Luciano Curiel del 1976.

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