Strada dei Setteponti

Stefano Maria Meconi  | 05 Giu 2019  | Tempo di lettura: 6 minuti

Il Valdarno Superiore è una delle zone più affascinanti della Toscana: il suo territorio, ricco di colline coltivate a vigneti e di bizzarre formazioni, custodisce borghi medioevali e antiche chiese che sembrano sospese nel tempo.

Il modo migliore per scoprire le ricchezze storiche ed enogastronomiche di questa zona è percorrere la Strada dei Setteponti, che unisce la provincia fiorentina con Arezzo.

Strada dei Setteponti: cenni storici

La strada dei Setteponti si snoda nella Valle del Valdarno, incastonata tra rilievi montuosi quali il Protomagno e due corsi d’acqua affluenti dell’Arno. Se nel periodo del terziario vi era solo acqua, oggi c’è una valle lussureggiante che nel corso della storia è stata teatro di scontri tra le città di Arezzo, Firenze e Siena e che pare abbia ispirato non solo Dante nella scrittura della Divina Commedia ma anche geni quali Piero della Francesca, Leonardo da Vinci e Masaccio.

In questo contesto nasce la Strada dei Setteponti, un tempo nota come Cassia Vetus: il curioso nome sembra fare riferimento alla presenza dei ponti in pietra che si susseguono lungo il percorso come lo scenografico Ponte a Buriano che molti ritengono sia stato ritratto da Leonardo da Vinci sullo sfondo della Gioconda.

Ponte Buriano

Il Ponte Buriano (o Ponte a Buriano) è secondo la tradizione quello che si vede sullo sfondo della Gioconda di Leonardo da Vinci

La zona del Valdarno si distingue anche per la lunga tradizione vitivinicola che affonda le radici all’epoca etrusca: basti pensare ai resti di tralci di viti rinvenuti presso il borgo di Montevarchi risalenti a due milioni di anni fa.

I primi prodotti di vinificazione nel Valdarno erano assai apprezzati, come dimostrano le attestazioni di stima documentate da parte di Diodoro Siculo, di Galeno e dello stesso Plinio il Vecchio che, nella sua opera Naturalis Historia, definisce le zone vitivinicole dell’aretino tra le migliori.

Col passare del tempo i vigneti si concentrarono maggiormente in prossimità dei villaggi e dei conventi, affidati a cure sempre più specializzate che resero i vini sempre più pregiati: il Catasto Fiorentino del 1427 ne indicava qualità e prezzi, mentre Cosimo III de’Medici emanò nel 1716 un bando per preservare i vini locali dalle contraffazioni. Oggi si parla di Zona di Denominazione Val d’Arno di Sopra DOC, con vini bianchi e rossi riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

Quando andare

Il turismo enologico sta prendendo sempre più piede grazie alla voglia di esplorare nuove rotte, alla scoperta di scorci paesaggistici diversi e di un patrimonio storico-artistico meno noto ma altrettanto affascinante. La Strada dei Setteponti risponde a questa esigenza, unendo poi la possibilità di degustare eccellenze vitivinicole e prodotti agroalimentari tipici del luogo.

Il periodo migliore per viaggiare su questo originale percorso è tra aprile e giugno, con giornate calde e soleggiate, oppure tra settembre e ottobre quando le temperature calano leggermente.

Cosa vedere

La scoperta delle bellezze della Strada dei Setteponti parte dalla bellissima Pieve di S.Pietro a Cascia, a Reggello, con le sue cinque arcate e la grande torre in pietra a dominare la facciata: nell’annesso Museo Masaccio è conservato il Trittico di San Giovenale del 1422.

Dopo una visita alla Villa Mandri, dove è conservato un vecchio frantoio di fine ‘700 ancora in funzione, si passa alla bucolica Pian di Scò dove sorge la romanica Pieve di Santa Maria, la cui costruzione pare sia avvenuta prima dell’anno 1000. Oltrepassando la semplice facciata con le due monofore, si può ammirare l’affresco quattrocentesco della Madonna col Bambino di Paolo Schiavo.

A Castelfranco di Sopra, città natale di San Filippo Neri con l’impianto urbanistico a scacchiera progettato da Arnolfo di Cambio, si consiglia di visitare la Badia di San Salvatore a Soffena del XIV secolo: l’edificio è ricco di affreschi quali quello dell’Annunciazione di Lo Scheggia, fratello di Masaccio.

Montemarciano, dove si trova la medioevale Porta Campana ed il Santuario della Madonna delle Grazie, custode di un dipinto considerato miracoloso, è il punto perfetto per visitare le Balze del Valdarno, straordinari pinnacoli rocciosi che si alternano a valli profonde come un canyon statunitense.

Balze di Valdarno

Balze di Valdarno, una curiosa conformazione geologica nel cuore della Strada dei Setteponti

Prossima tappa è Loro Ciuffenna, attraversato dall’omonimo fiume Ciufenna solcato da un pittoresco ponte. Oltre al Mulino del 1100, dove ancora oggi macinano le castagne per produrre farina dolce, il vero gioiello del borgo è la Pieve di Gropina, tra le più antiche chiese dell’aretino. Colpisce il suo stile romanico essenziale e l’atmosfera di pace all’interno: nessuno sfarzo sottrae il fedele alla preghiera e alla meditazione se non la pietra, lavorata in modo eccelso come ad esempio il bellissimo pulpito ricco di bassorilievi sorretto da colonne intrecciate tra loro.

Passando per San Giustino, con la sua Pieve del XII secolo dall’abside in arenaria, e per il borgo Il Borro, restaurato dai Ferragamo, si raggiunge Castiglion Fibocchi, dove sorgono due case rurali leopoldine, con tanto di portico, di loggia e di piccionaia.

Superando il simbolo della strada dei Setteponti, vale a dire il Ponte a Burano costruito con le sue monumentali arcate nel 1277, si arriva alla tappa finale, ossia Arezzo. La città è un vero scrigno di bellezza che ha in Piazza Grande il suo fulcro: da non perdere la Basilica di San Francesco, con il ciclo di affreschi di Piero della Francesca dedicato alla leggenda della Vera Croce, e il Duomo di San Donato con lo splendido crocifisso del Cimabue.

Gastronomia locale e strutture ricettive

Percorrere la Strada dei Setteponti permette di scoprire la gustosa cucina locale, molto legata al territorio e costituita non solo dai vini della Valdarno di Sopra DOC. Da non perdere i fagioli zolfini, le acciughe salate chiamate salacche, la pancetta Tarese del Valdarno, il prosciutto di Protomagno DOP e il salame finocchiona. Ad Arezzo è d’obbligo l’assaggio dei pici e dell’acquacotta a base di pane, formaggio, uova e funghi.

Per scoprire la cucina tipica del Valdarno Superiore sono consigliati: l’Osteria di Sàgona a Loro Ciuffenna, dove servono una eccellente nana al tegame; l’Osteria Il Fiasco a Castelfranco di Sopra dove assaggiare i gustosi pici all’aglione annaffiati di vino locale servito in fiaschi; il Ristorante della Fattoria La Vialla a Castiglion Fibocchi, dove si consumano prodotti a km 0 tra animali in libertà.

Arezzo

Ad Arezzo e nella sua provincia si può gustare una ricca cucina di terra

Per dormire in prossimità della Strada dei Setteponti si suggeriscono: il Podere Campiglia a Pian di Scò, vera oasi di pace ospitato in un casolare in pietra; la Fattoria Il Praticino a Castelfranco, un agriturismo pet friendly che coinvolge il visitatore nelle attività della struttura; e la Locanda di San Pier Piccolo di Arezzo, sito in una vecchio convento restaurato con affreschi in tutte le camere arredate in stile retrò.

Percorso

Mappa

Info utili

  • Punto di partenza: Reggello
  • Prossime tappe: Pian di Scò – Castelfranco di Sopra – Montemarciano – Loro Ciuffenna – San Giustino – Il Borro – Castiglion Fibocchi – Ponte a Buriano
  • Tappa finale: Arezzo
  • Lunghezza: 64 chilometri
  • Durata: 99 minuti, soste escluse
Stefano Maria Meconi
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