Tra le più belle regioni italiane ci sono le Marche, divise tra terra e mare, tra gli Appennini e le dolci colline coltivate a vigneti.
È in questo contesto che si inserisce la Strada del Vino DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi, grazie alla quale si può scoprire il notevole patrimonio storico, naturale ed enogastronomico della regione.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è considerato il re dei vitigni marchigiani, in quella bottiglia ad anfora realizzata appositamente negli anni ’50 per conto della cantina Fazi Battaglia da parte dell’architetto Maiocchi. Il Verdicchio è un vino bianco, elegante e ben strutturato, di colore giallo con sfumature verdognole dalle quali deriva il suo curioso nome. All’olfatto come al palato si rivelano sentori floreali e fruttati, con un piacevole retrogusto di mandorla amara.
Chiunque voglia degustare questa eccellenza vitivinicola marchigiana, abbinamento obbligato alle prelibatezze del posto, deve recarsi nella valle del fiume Esino. Un pittoresco paesaggio cosparso di vigneti che si adagiano su colline fino a 500 mt di altezza, godendo delle brezze marine per crescere rigogliose e dare un vino eccellente.
La zona di produzione comprende due comuni nel maceratese e ben 22 nella provincia di Ancona: nel Medioevo questi borghi fortificati, teatro delle vicende delle nobili famiglie dei Malatesta, dei Della Rovere e degli Albani, erano assoggettati a Jesi, città dove nel lontano 1194 nacque Federico II.
Il Verdicchio era noto sin nell’antichità con Plinio il Vecchio che lo elogiava e con il re dei visigoti Alarico che, a quanto pare, ne faceva incetta per i propri uomini in quanto donava loro “sanitade et bellico vigor“.
Oggi il Verdicchio dei Castelli di Jesi è un vino a DOC-DOCG e comprende anche altre versioni quali il muffato, il passito e lo spumante: in quest’ultimo caso si deve ricordare Ubaldo Rosi che percepì le potenzialità di questo vitigno avviandone così la spumantizzazione.
La Strada del Vino DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi è un modo per scoprire le bellezze della regione Marche in modo differente. Seguendo le orme del Verdicchio, ci si addentra in borghi ricchi di storia, si solcano verdi colline e si visitano antiche cantine.
Questa forma di enoturismo consente poi di scoprire gustosi prodotti gastronomici, intorno ai quali si sviluppano eventi e sagre nei diversi comuni della Strada del Vino DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Il periodo ideale per percorrerlo è tra aprile e settembre, prediligendo poi il mese di ottobre legato alla vendemmia: essendo una zona collinare, anche d’estate le temperature saranno godibili ed il caldo meno soffocante.
Cosa vedere
L’itinerario parte da Jesi, città natale dello Stupor Mundi che pare sia stato partorito dalla regina Costanza d’Altavilla in quella che oggi è Piazza Federico II. All’interno della sua splendida cinta muraria del XV secolo sorgono eleganti edifici quali il Palazzo della Signoria e la Pinacoteca, all’interno della quale si possono ammirare opere di Lorenzo Lotto e la bellissima Galleria degli Stucchi.
Dopo una consigliata visita all’antica Cantina Montecappone, si prosegue verso Montecarotto, grazioso borgo situato tra la valle dell’Esino e quella del Misa. Il simbolo del borgo è certamente il Torrione dell’Orologio, i cui rintocchi risuonano in tutto il borgo cinto da possenti mura da ben cinque secoli, con presente ancora un suggestivo camminamento di ronda. Visitare Montecarotto, nota come la città dell’olio e del vino, tra giugno e luglio da la possibilità di conoscere i vini di questa terra nel corso della Mostra Mercato dei Vini.
Serra San Quirico, Marche
Passando per Serra San Quirico, borgo caratterizzato dalla presenza di passaggi coperti di origine longobarda costruiti a ridosso delle mura, si raggiunge Cupramontana, sede della Notte del Verdicchio che si svolge a luglio. Oltre al Palazzo Comunale, edificio settecentesco in stile neoclassico, merita la visita Palazzo Leoni, sede del Museo Internazionale delle Etichette del Vino: all’interno sono custodite etichette provenienti da tutto il mondo, compresi rari esemplari risalenti all’800.
Tra gli eventi imperdibili a Cupramontana c’è poi la Sagra dell’Uva di ottobre, durante la quale, tra degustazioni, musiche e danze tradizionali quali il saltarello, si può assistere al divertente Palio della Pigiatura.
Prossima tappa del tour sulle tracce del Verdicchio dei Castelli di Jesi è Staffolo, bellissimo borgo sopraelevato affacciato sulla Vallesina. Il centro storico è cinto da antiche mura, sulle quali sorge il Museo del Vino e dell’Arte Contadina ricco di antichi strumenti legati alla viticoltura. Da visitare sono la Chiesa di San Francesco del XII secolo, con all’interno un bellissimo organo del 1769, ed il Palazzo delle Magistrature, oggi Teatro dell’Armonia.
Tappa finale dell’itinerario è la piccola e intima Castelbellino, il cui castello duecentesco, oggi diroccato, è stato in passato rifugio dei ghibellini: nella bella Abbazia di Santa Apollinare sono ancora visibili i resti dell’antica città romana di Planina.
La Strada del Vino DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi offre l’opportunità di degustare non solo il Verdicchio ma anche altre leccornie originarie della zona: da assaggiare ad esempio il calcione, formaggio tipico di Serra San Quirico, le cicerchie di Serra de’ Conti, il ciauscolo, perfetto da gustare su calde fette di pane, il ciarimbolo (interiora essiccate cotte con rosmarino e aglio) ed infine il lanzino, un dolce a base di noci, mandorle e mosto, perfetto da consumare con il Verdicchio e con i formaggi.
Per gustare queste leccornie si può optare per la Trattoria Anita già della Moretta a Cupramontana, dove servono tra le altre cose un sorprendente salame di fegato.
Valide alternative sono l’Osteria Vino e Cucina a Staffolo dove banchettare con invitanti castagnoli oppure l’azienda vitivinicola Fattoria San Lorenzo a Montecarotto.
Tra le soluzioni per pernottare vi sono B&B Il Colle a Serra San Quirico, in una posizione privilegiata alle porte del Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.
L‘Agriturismo Cadabò sorge a Montecarotto e coniuga un’atmosfera rustica con una cucina a base di prodotti a km 0 quali miele, olio e vino prodotti in loco. Da valutare è poi La Ciminiera Country House a Staffolo, una elegante residenza del XIX secolo immersa nel verde con tanto di laghetto naturale balneabile, con vista sullo spettacolare campo di girasoli antistante.
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