Descrizione:
Specialità gastronomica diffusa in alcuni comuni della provincia di Teramo.
La preparazione prevede che il tacchino ben lavato venga aperto e salato uniformemente. Si procede quindi a disossare lo sterno ed a staccare dal corpo le ali e le zampe. Il tacchino viene quindi legato o cucito con uno spago e posto in una teglia smaltata da forno con gli aromi quali aglio, alloro e pepe in grani; si ricopre d’acqua bollente e si mette in forno per circa 5 ore. Per ottenere la gelatina, insieme al tacchino vengono disposte nella teglia le ossa rotte della schiena e dell’anca. Terminata la cottura, si sistema il tacchino in un tegame versandovi sopra il brodo precedentemente sgrassato. Si consuma freddo a pezzi insieme alla gelatina.
Le metodiche di lavorazione del tacchino alla canzanese risalgono a oltre cento anni fa (metà del 1800). Comunque è a tutti noto a Canzano che gli inventori del tacchino alla canzanese sono i signori Cimini Egidio e Roscioli Francesco, agricoltori e cultori di cucina, vissuti a cavallo della metà del 1800.
Fonte: Atlante dei prodotti tradizionali d’Abruzzo – ARSSA Regione Abruzzo, 2004
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