Dimensione variabile da quella di una noce ad una arancia, forma rotondeggiante, irregolare, scorza di colore nero con verruche di media grandezza, polpa di colore nocciola scuro, scuro odore gradevole e spiccato.
Territorio interessato alla produzione: Appennino parmense territorio comune di Calestano.
Cenni storici e curiosità
Tornando al ‘900, un interessante documento, che dimostra come già agli inizi del secolo il Tartufo di fragno fosse ampiamente riconosciuto come tradizione parmense e fosse merce oggetto di traffici locali, è la lettera di Mons. Conforti, Vescovo di Parma, indirizzata ad Angelo Calzolari di Fragno il 5 dicembre 1920 (alla data si è nel pieno della raccolta). Nella lettera, alla prima riga, il Vescovo di Parma ringrazia il Calzolari per la selvaggina, la Trifola (cioè il tartufo), e i formaggini. Dagli anni 60-70 il tartufo Nero di Fragno è entrato a far parte dei menù della Locanda Mariella di Fragno, epicentro della cultura gastronomica locale, e degli altri ristoranti della zona; dagli anni ’70 si celebra la Fiera del Tartufo, a Fragno poi, dal 1983, la fiera è estesa a tutto il Comune e diventa poi Festa Nazionale.
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