Da tradizione il nome Valeggio viene da Vale dium, Valle degli dei: siamo in prossimità del Lago di Garda, una zona interessata dal primo tratto del Mincio. Questo posto è una vera è propria immersione nella natura, grazie anche al Parco Giardino Sigurtà, uno strepitoso parco, il più bello d’Italia che regala un prezioso assortimento di piante e fiori. Il Castello Scaligero è il simbolo di Valeggio, che, posizionato su una collina, domina tutta la valle: è raggiungibile con una passeggiata che ci permette di ammirare le favolose ville liberty.
Le ricette portano con sé tanta storia e qui c’è di mezzo una storia d’amore: la vicenda romantica ad opera del maestro Alberto Zucchetta ci racconta una vicenda risalente alla fine del Trecento. Malco era un valoroso capitano che era accampato sul Mincio con le truppe viscontee: egli si innamorò di una meravigliosa ninfa di nome Silvia. L’idillio fu immediato, ma i soldati furono incaricati di catturarli, perciò i due amanti fuggirono e si nascosero nel fiume, rifugiandosi in profondità: Malco dovette rinunciare alla sua vita terrena per poter rimanere insieme alla sua amata. Sulla riva fu trovato un fazzoletto di seta dorata che era stato annodato dai due innamorati: il nodo rappresentava il loro amore eterno e si è trasformato in tradizione. I giorni di festa erano l’occasione giusta per la rievocazione di questa storia e le ragazze del posto si adoperavano per preparare questi nodi d’amore, una tradizione diventata, nel corso del tempo, il celebre Tortellino di Valeggio.
Quando si parla d’amore la cucina ha tutto ciò che serve per farci perdere la testa, esattamente come succede per un innamorato: la leggenda narrata ha dato un enorme contributo alla specialità di Valeggio, perchè nell’immaginario ha incarnato un profondo significato simbolico. La storia narrata è talmente romantica da guadagnare un’ottima risonanza e portare dritti alla ricetta che si presenta con tutta la sua bontà.
La sfoglia è realizzata con uova e farina: questo impasto liscio e morbido, viene tirato a mano, in modo che risulti molto sottile, quasi impalpabile. La sfoglia viene successivamente tagliata in piccoli quadrati dove verrà posizionato il ripieno. La farcia è un misto di carni tra
manzo, il maiale, il vitello ed i fegatini di pollo che vanno cotte nel burro; a parte va cotto un battuto di cipolla, carote e sedano con delle erbe aromatiche e irrorate di vino bianco. Il tutto va poi macinato e una volta raffreddato va aggiunto un uovo sbattuto e un pò di noce moscata da mantecare. La cottura lenta e lunga (fino a cinque ore) assicurerà una farcia dove tutti i sapori si saranno ben amalgamati: una volta tritato, il ripieno risulterà delicato, ma ghiotto. La sfoglia, pronta per essere farcita, viene poi chiusa esattamente come fosse un fazzoletto annodato, in ricordo dei due innamorati. I tortellini sono stati riconosciuti come P.A.T.
Nel mese di giugno c’è la festa dedicata a questa specialità, un attesissimo evento che si snoda lungo il Ponte Visconteo di Borghetto: si allestiscono due tavolate che misurano 600 metri e possono accogliere ben 3.300 commensali. È una bellissima occasione che attrae visitatori da tutta Europa per una degustazione senza eguali. I tortellini possono essere gustati con il brodo di carne, oppure con burro, salvia e grana. Possiamo abbinare un vino rosso giovane, non particolarmente corposo, oppure scegliere un bianco: in questo caso è perfetto un Soave, tipico del Veneto, caratterizzato da grande aromaticità che ben si sposa con il sapore del nostro piatto.
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