Si tratta del dolce tipico pasquale che secondo la tradizione si preparava a forma di bambola (la Pupa) per le femmine e a forma di ciambella (gliù Campanaro) per i maschi. Gli ingredienti per la preparazione sono: zucchero, farina, latte, uova, olio vergine di oliva, semi di anice, sale, sambuca, vaniglia e lievito (o 20 g di bicarbonato o 40 g di cremore di tartaro).
Aree di rinvenimento del Prodotto: Supino (FR)
Cenni storici e curiosità
Tipica della tradizione pasquale di Supino, la Tosa, a forma di bambola per le femmine e a forma di ciambella (gliù Campanaro) per i maschi, è realizzata con un uovo al centro. Secondo la consuetudine si preparavano in casa il giovedì santo e si regalavano alle bambine il giorno di Pasqua dopo essere state benedette in chiesa. Si potrebbe ricollegare a quei “pani rituali”, frutto dell’ingegno delle massaie che, alla ricetta tradizionale del pane, hanno aggiunto, in occasione di feste speciali, ingredienti dolcificanti. La sua diffusione si può far risalire alla prima metà del ‘900, quando la farina e lo zucchero, ingredienti base della preparazione, non sono più considerati “beni di lusso”. La preparazione è legata ad uno dei pochi momenti in cui si mangiava abbondantemente e, soprattutto, si potevano gustare piatti elaborati e costosi. Secondo la tradizione cristiana della Pasqua e della Resurrezione l’origine di questi dolci andrebbe ricondotta all’ultima cena, quando Cristo spezzò il pane e lo distribuì agli apostoli. La rottura del dolce, in questo caso, simboleggerebbe lo stesso gesto di amore e di solidarietà dell’evento cristiano. L’uovo sodo, incastonato nella forma, non sarebbe altro, pertanto, che il simbolo della rinascita e del perdurare della vita. Nella tradizione locale è passata poi anche ad essere augurio di fecondità e per questo si era soliti regalarla alla promessa sposa del proprio figlio.