Tra Brunello e carne alla brace: ecco cosa si mangia in questo magico borgo in Toscana

Francesco Garbo  | 11 Ago 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Si scrive Montalcino si legge vino di ottima qualità, rosso per la precisione perché qui il vino è rosso. Siamo infatti nella città del Brunello, il vino toscano più famoso al mondo. A sud di Siena, arroccata sopra la Val d’Orcia, Montalcino è un piccolo borgo in cui si può tornare indietro nel tempo. Se messa a paragone con le zone viticole prestigiose in Italia questa è una tra le più piccole.

Le origini di Montalcino sono da fare risalire al periodo carolingio, fu proprio la posizione strategica a 560 metri di altezza il punto di forza e allo stesso tempo il punto debole di questa città che fu sotto frequenti attacchi da parte di Siena in guerra con Firenze. Fu una battaglia però quella decisiva, la Battaglia di Montaperti, una delle più sanguinose del Medioevo, citata anche nella Divina Commedia, del 1260 che segnò la disfatta di Firenze a favore di Siena.

Da visitare la Fortezza di Montalcino risalente al 1361, costruita su preesistenti mura del 200. La struttura è a forma di pentagono e questo per l’epoca era qualcosa di diverso e innovativo. All’interno della costruzione sono ancora oggi visitabili la torre di San Giovanni e il mastio di San Martino che sono state incorporate in fase di costruzione. Nella piazza domina un’edificio, il palazzo comunale, anche detto Palazzo dei Priori. Sono ben evidenti gli stemmi araldici che rappresentano i podestà che qui hanno governato nel corso dei secoli. Per chiudere la visita della città il Duomo, principale chiesa della città. La sua costruzione va fatta risalire al ‘400 anche se fu poi fatta demolire integralmente per essere ricostruita in stile neoclassico. Tre le navate della chiesa tra le quali si scoprono passo dopo passo numerose opere.

Oltre alla città una visita che non si può assolutamente perdere è quella delle cantine alla scoperta di tutti i procedimenti necessari che portano alla realizzazione del famosissimo vino rosso toscano. Alcune volte, oltre alla cantina, viene offerta la possibilità di visitare i vigneti che offrono una panorama strepitoso. Ottimo anche il miele che qui si produce dai primi del’900, grazie al microclima qui presente si producono ben 10 tipi diversi di miele. Ad un occhio attento al paesaggio non può sfuggire inoltre la presenza di oliveti oltre alle vigne. Proprio da questi olivi si ricava un ottimo extravergine di oliva dal colore deciso e dal sapore forte ed equilibrato.

Cosa accompagnare al vino se non salumi come il capocollo o il salame o la montalcinella, un salume tipico della zona prodotto con carne di maiale, semi e fiori di finocchio. Anche i formaggi non sono da meno tra pecorini e caprini e quelli impreziositi dal tartufo o dalle noci. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ultimi due prodotti degni di nota, lo zafferano, appartenente a un’antica tradizione, veniva originariamente coltivato nei piccoli orti famigliari, e il tartufo di San Giovanni d’Asso.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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