Tra le colline della Liguria c’è un borgo medievale dove si mangia bene e si torna indietro nel tempo. Ecco qual è e le 4 cose da assaggiare

Marianna Di Pilla  | 11 Set 2024
[foto @Fabio Caironi, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Non lontano dalle ben più celebri Cinque Terre, Pignone è un piccolo borgo dell’entroterra ligure dove le tradizioni resistono intatte. Custodito dalle colline verdi della Val di Vara, è un luogo che ancora oggi racconta e custodisce tutto il fascino della Liguria autentica e di un tempo.

È un borgo dalle origini antiche, di cui si ritrovano tracce ovunque nel centro storico e non solo.

Cosa vedere a Pignone

Pignone, cosa vedere
Pignone, cosa vedere

Il centro storico è il vero cuore di Pignone, labirinto di vicoli stretti, piazzette intime e case in pietra protette dai tetti di ardesia tipici dell’architettura ligure. Passeggiare per le strade di Pignone significa fare un tuffo nel passato, ammirando i dettagli delle antiche abitazioni e respirando l’atmosfera serena di un borgo che sembra rimasto fermo nel tempo.

Uno degli angoli più suggestivi è la piazza principale, dove si trova la chiesa di Santa Maria Assunta e il municipio, che insieme formano il cuore sociale e religioso della comunità.

A rendere inconfondibile Pignone e a darle quell’aspetto da cartolina è il ponte medievale che attraversa il torrente omonimo. Costruito in pietra e ben conservato, l’antico ponte di Pignone è uno dei suoi luoghi più romantici e pittoreschi, oltre che importante esempio di architettura medievale e simbolo del forte legame che a Pignone si percepisce tra presente e passato.

Cosa mangiare a Pignone in Val di Vara

Pignone, cosa mangiare
Pignone, cosa mangiare [foto @orso bianco, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Pignone ha nel tempo mantenuto la sua vocazione agricola e il legame con il territorio circostante. Si trova nella Val di Vara, conosciuta anche come la Valle del Biologico per la sua notevole produzione di cibo biologico e sostenibile.

Ecco 4 cose da mangiare a Pignone, così buone che ti faranno venire voglia di programmare quanto prima un viaggetto in questo borghetto incantevole in provincia di La Spezia.

Patate di Pignone

A memoria d’uomo le patate a Pignone sono state sempre coltivate e, per la loro qualità, sono da sempre molto apprezzate sia sul mercato provinciale che regionale.

Durante la Seconda Guerra Mondiale le donne di Pignone andavano nelle “marine” (sulla costa) con la cesta in testa a vendere le patate e a barattarle con il sale e l’olio.

Qui trovi anche tante informazioni su come consumarla, come si coltiva e una ricetta di torta di patate da provare.

Pane di patate di Pignone

È un tipo di pane ottenuto dall’impasto di farina e patate, di forma tonda o allungata e di piccole dimensioni; il suo peso massimo è infatti di mezzo chilo.

Il colore è dorato, la crosta è molto saporita e racchiude un interno morbido.

L’utilizzo del prodotto era e resta tipicamente familiare. Il pan dè patate è legato strettamente alla ricca produzione delle patate di Pignone, che rappresenta tuttora il maggiore prodotto orticolo del territorio.

Questo tipo di pane è sinonimo di povertà: era infatti consumato soprattutto dalle famiglie meno abbienti che utilizzavano le patate in sostituzione di parte della farina di grano, economiche e sostanziose e la cui produzione risultava allora come oggi notevole nelle valli del Casale e del Pignone.

Qui trovi anche la ricetta per farlo in casa.

Cipolla di Pignone

Sulla base delle testimonianze degli anziani della località Monti di Pignone, la presenza della cipolla in zona è documentata fin dall’800.

Ancora oggi la principale zona di produzione è da ricercare a Monti di Pignone e, sempre in provincia di La Spezia, di località vicine a Pignone come Festiere e Pastine.

Qui trovi tante altre informazioni su come nasce, come si coltiva e come usare in cucina la cipolla di Pignone.

Fagiolo dell’aquila di Pignone (o Fagiolo dall’occhio)

L’itinerario alla scoperta dei sapori di Pignone termina con il suo tipico fagiolo dell’aquila, noto localmente anche come fagiolo dell’occhio.

Un nome curioso, che deriva però da alcune sue specifiche caratteristiche, prima tra tutte la macchietta che lo contraddistingue e che nel tempo gli ha fatto guadagnare questo appellativo.

Il fagiolo di Pignone è un ecotipo autoctono, quindi non importato dalle Americhe e già noto ai Romani che lo consumavano regolarmente nella loro alimentazione.

Scopri di più sul fagiolo dell’aquila di Pignone.

[foto copertina @Fabio Caironi, Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla


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