C’è una Toscana che parla a bassa voce, che non ha bisogno di grandi proclami per incantare. È fatta di strade che si perdono tra colline dorate e filari di cipressi, di silenzi interrotti solo dal canto delle cicale e dall’aroma dell’olio appena franto. Proprio qui, tra le dolci curve delle Crete Senesi e il profilo da cartolina della Val d’Orcia, si nasconde Montisi: un borgo minuscolo ma capace di contenere tutta la poesia della campagna toscana.
Passeggiare a Montisi è come entrare in un dipinto rinascimentale: ogni angolo è curato, ogni pietra racconta una storia antica. Il tempo rallenta, i sensi si risvegliano. E quando arriva il tramonto, con la luce che accende i tetti in cotto e le colline si tingono d’ambra, si ha la certezza che certi luoghi non siano solo da visitare, ma da vivere. Montisi è anche il piccolo regno dell’olio extravergine, del buon cibo, delle tradizioni autentiche, un luogo che conquista il cuore (e il palato) con discrezione e meraviglia.
Nonostante sia ancora lontano dai circuiti turistici di massa, Montisi custodisce un centro storico tra i più suggestivi della provincia di Siena.
I suoi vicoli in pietra si snodano tra case medievali, piccole botteghe artigiane e scorci panoramici che lasciano senza fiato. Cuore pulsante del borgo è la Grancia, un’antica roccaforte fortificata risalente al XIII secolo, un tempo usata come deposito agricolo dall’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Oggi la Grancia è un prezioso scrigno di storia che racconta l’identità contadina e comunitaria del borgo.
Altro gioiello nascosto è il Teatro della Grancia, considerato uno dei più piccoli teatri d’Europa. Pochissimi posti a sedere, un palcoscenico raccolto e un’atmosfera che sembra sospesa nel tempo: assistere a uno spettacolo qui è un’esperienza intima e poetica.
Ma Montisi è anche un paese che ama le sue tradizioni e le celebra con grande passione. Ogni estate, a inizio agosto, il borgo si anima con la Giostra di Simone, una rievocazione storica che affonda le radici nel Medioevo e commemora la cacciata del tirannico feudatario Simone Cacciaconti. Le quattro contrade del paese – Castello, Piazza, San Martino e Torre – si sfidano in una gara di abilità e precisione nel lancio della bandiera, accompagnata da cortei in costume, tamburini e figuranti. La sera prima della festa, ogni contrada apre le sue strade e organizza una cena conviviale all’aperto: lunghi tavoli sotto le stelle, piatti della tradizione e vino locale che scorre generoso. Un’occasione perfetta per sentirsi, anche solo per una notte, parte di questa comunità così autentica.
A Montisi il buon cibo non è solo una questione di gusto, ma di cultura, di memoria, di legame con la terra. Il protagonista indiscusso è l’olio extravergine d’oliva, fruttato e intenso, che qui si produce da secoli e che ha trovato il suo regno in questa piccola enclave di sapori. Tra novembre e dicembre, durante il periodo della frangitura, è possibile visitare i frantoi del borgo, assaggiare l’olio nuovo su una fetta di pane toscano abbrustolito e scoprire i segreti di una produzione attenta e rispettosa.
Ma Montisi è anche terra di tartufi. In autunno, i boschi che circondano il paese diventano meta di appassionati alla ricerca del prezioso fungo ipogeo. In molti ristoranti del borgo si possono gustare piatti semplici ma raffinati, come tagliolini al tartufo bianco, crostini con crema di tartufo o uova al tegamino arricchite da scaglie profumatissime.
E per accompagnare il tutto, non manca certo il vino: Montisi si trova a un passo da Montalcino, patria del celebre vino Brunello, e le cantine della zona propongono etichette prestigiose che ben si sposano con la cucina locale. Dai salumi stagionati ai pecorini delle colline senesi, passando per i pici all’aglione e le zuppe di legumi, ogni piatto racconta una storia di genuinità e passione.
[foto copertina@Ermess/shutterstock/solo per uso editoriale]
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