Tre borghi sul mare del Lazio dove andare anche in autunno e cosa mangiare nelle piccole perle della Riviera di Ulisse

Francesco Garbo  | 22 Set 2024
Sperlonga

Siamo sulla Riviera di Ulisse, il parco regionale che si estende su tutta la lunghezza della costa per un totale di circa 60 km a partire da Sperlonga fino a Gaeta. A pochi chilometri da Roma potete immergevi in un mare cristallino e visitare tre borghi stupendi: Gaeta, Sperlonga e San Felice Circeo.

Tre borghi della Riviera di Ulisse

Gaeta
Gaeta

La riviera prende il nome da Ulisse, il noto personaggio della mitologia greca, che in queste zone incontrò la Maga Circe, ninfa che abitava nell’isola di Eea, presso il promontorio che oggi porta il suo nome: il Circeo.

Le vicende, che narrano l’incontro di Ulisse e la Maga Circe, sono nel decimo canto dell’Odissea, dove si legge come la Maga, con le sue doti, riuscì ad ammaliare Ulisse, rubandogli il cuore e trasformando i suoi compagni in porci. Questa riviera è la meta perfetta per un weekend o per una vacanza un po’ più lunga se volete soffermarvi a visitare ogni singola città, visto che non distano più di 20 km l’una dall’altra.

Sperlonga


Sperlonga dal latino speloncae ovvero cavità, nome scelto perché il territorio è particolarmente ricco di grotte. Quella più importante è la grotta dell’imperatore Tiberio. Uno dei simboli della città è la torre Triglia edificata nel 1532 con lo scopo di proteggere il borgo e i suoi cittadini. Già nel 1534 il pirata Barbarossa riuscì comunque ad assaltare e distruggere il paese. La leggenda dice che in quell’occasione il pirata cercò di rapire la bellissima contessa Gonzaga, che avvertita per tempo, riuscì a scappare sulle montagne con il favore della notte. Il mare di Sperlonga può vantare la Bandiera blu conquistata per moltissimi anni.

Sperlonga ha una forte tradizione turistica ma anche un artigianato ben presente sul territorio. I vicoli della città sono tutti da scoprire, prevalgono i colori bianchi delle pareti di calce delle case che ben si abbinano alle acque turchine in cui il borgo si bagna. La struttura del borgo è quella medievale che parte da un primo nucleo centrale di case abbracciate l’una all’altra in funzione difensiva. Spesso è difficile capire dove finiscono le rocce e dove inizia la struttura della casa. Da non perdere l’antro di Tiberio, una villa romana ricavata in una grotta appartenuta all’imperatore.Un impianto termale e una piscina circolare collegata a vasche dove veniva praticata l’itticoltura. Marmi, mosaici e gruppi marmorei che raffigurano le imprese di Ulisse abbellivano internamente la villa.

Gaeta


Il nome ha origini molto antiche quanto antica è la storia di questa città. Secondo la tradizione il nome Gaeta deriva da Caiet, la nutrice di Enea. Altri invece collegano il nome a un termine di lingua greca caièta, ovvero un qualcosa di concavo come appunto l’insenatura del Golfo di Gaeta. Per visitare al meglio la città è utile tener presente la sua suddivisione in tre parti: l’antico Borgo, il quartiere medievale di Sant’Erasmo e il monte Orlando. Proprio quest’ultima è la parte più antica da cui nacque la città tra il VIII e il IX secolo.
Da non perdere il campanile del duomo con il torricino ottagonale in stile islamico, risalente alla seconda metà del Duecento. Verso il porto troviamo la chiesa di San Giovanni a Mare posta al centro del quartiere medievale che è caratterizzato da vicoli stretti e tortuosi. Verso la cima di Monte Orlando è possibile fare un viaggio nel tempo con un esempio di architettura romana sepolcrale grazie al mausoleo di Lucio Munazio Planco, famoso generale di Giulio Cesare, morto proprio a Gaeta.

San Felice Circeo

San Felice Circeo
Siamo giunti all’ultima tappa di questo piccolo tour della Riviera di Ulisse. San Felice Circeo prende il nome da San Felice, il santo patrono della città vissuto nel IV d.c, e da Circe, come accennato, la maga omerica e dea, a cui era anticamente tributato il culto. Il borgo si estende tra fertili campagne e il roccioso promontorio con una vista mozzafiato sul Mar Tirreno. La storia è così antica che il primo a parlare di questo borgo è il poeta Esiodo nel VII secolo a.C. Ma i primi abitanti della zona sono ancora più antichi, infatti qui vissero i Neanderthal e Sapiens. Prova ne sono le diverse tracce lasciate dal loro passaggio come il cranio scoperto presso Grotta Guattari appartenuto a un Homo Neanderthalensis risalente a circa 50.000 anni fa.

San Felice Circeo, parte dell’omonimo Parco Nazionale, è la meta perfetta per gli amanti del trekking con la sua natura incontaminata e i boschi segnati da molti sentieri. Per chi volesse visitare la città invece è bene partire dall’antico borgo costruito sopra al precedente insediamento dei romani. La città è ricca di storia, la Torre dei Templari, in Piazza Vittorio Veneto, testimonianza del passaggio in questo luogo dell’antico ordine cavalleresco arrivato qui in difesa della rocca.

Cosa mangiare sul mare del Lazio

Tiella di Gaeta
I piatti tipici di questi tre borghi sono, ovviamente, in prevalenza basati sul pesce fresco, cucinato secondo antiche ricette di cucina povera come la zuppa di pesce sperlongana.
Altra ricetta è l’acqua pazza, una tecnica di cottura usata dai pescatori che bollivano il pesce di scarto in acqua, un goccio d’olio e un sasso raccolto nel fondo del mare che aveva il compito di conferire sapore all’acqua.
I pesci tipici di questa zona sono i cocci, le tracine, gli scorfani ma anche molluschi saporitissimi come telline, cozze e vongole. Il pesce viene celebrato a settembre a San Felice con la Sagra del Pesce Azzurro.

Impossibile non assaggiare le olive di Gaeta che vantano il marchio DOP. Questa varietà di olive è caratterizzata da un colore rosso intenso della polpa. Il sapore è molto deciso, lievemente amaro e si abbina alla perfezione ai formaggi. Tipica di questa località anche la gustosa Tiella di Gaeta.

Da non perdere nel periodo a ridosso dell’Epifania la Sagra del Canascione, una particolare pizza ripiena, di origine antica quando i forni in città erano comuni e il pane e le pizza si cuocevano insieme solitamente la domenica. Ferdinando IV era un appassionato dei canascioni ed è proprio grazie a lui che questa ricetta è arrivata ai giorni nostri.
Ottima anche la mozzarella di bufala, il cui allevamento si pratica nella zona dei laghi costieri del Parco Nazionale del Circeo. A giugno la Sagra della bufala che celebra la bufala a tutto tondo, dai prodotti caseari alla sua carne.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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