Tutti lo amano, pochi lo conoscono: tutto quello che c’è da sapere sul pollo fritto americano

Francesco Garbo  | 25 Lug 2023

Chi può resistere a un pollo fritto croccante all’esterno e morbido e succoso all’interno? Magari accompagnato dalla nostra salsa preferita. Scopriamo dunque la storia e le origini di questa delizia. La ricetta originale nasce negli Stati Uniti ma sembrerebbe avere origini scozzesi.

1 Le origini

Se parliamo di pollo fritto non possiamo non parlare di quello famoso in tutto il mondo, il pollo fritto del Kentucky. Qui infatti il pollo fritto è un must, ancora di più dell’hamburger. Ovviamente a rendere noto questo tipo di preparazione è stata la famosa catena di fast food aperta in tutto il mondo che ha una sua ricetta super segreta tenuta al sicuro in una cassaforte super sorvegliata. Parliamo ovviamente del Kfc e del celebre Colonnello Sanders che acquisì questo titolo grazie alla sua abilità nella gestione di un distributore di benzina che aveva anche un punto ristoro che fu da subito molto apprezzato.

La prima ricetta scritta del pollo fritto però non appare in America, bensì in Inghilterra nel 1747 con indicazioni precise sulla marinatura, un passaggio senza il quale la ricetta non può riuscire al 100%. Ora non è ben chiaro se sia stata proprio questa ricetta ad essere stata esportata con successo o quella scozzese visto che nel Settecento molti scozzesi emigrarono nel Sud America per via della tratta degli schiavi.

La storia del pollo fritto si intreccia anche con quella della schiavitù americana perché il pollo era l’unico animale da cortile consentito agli schiavi, anche se avevano diritto alle parti meno nobili, più dure e meno saporite. Proprio da qui l’esigenza di condire con paprika e spezie il pollo per renderlo più appetibile prima di friggerlo in olio di palma. Ecco dunque che il pollo fritto degli schiavi si diffuse molto rapidamente nelle case dei più ricchi che spesso avevano proprio gli schiavi africani in cucina.

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Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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