Se andiamo a Napoli sicuramente andiamo anche per mangiare la pizza e il babà: due tra i moltissimi cibi tipici del luogo conosciuti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Tra questi negli ultimi anni tra i grandi classici della cucina partenopea se ne sta aggiungendo un altro: il fiocco di neve di Poppella. Immaginate di mordere una nuvola, be questo succede quando mangiare il fiocco, un dolce leggerissimo frutto di tante prove e di un’idea, quella di Ciro Poppella che ho avuto modo di intervistare per rubargli qualche curiosità sulla sua dolce creazione.
“Il fiocco neve è nato 13 anni fa, in un giorno disperato perché devi saper che il quartiere Sanità non era come quello di oggi, la mentalità era chiusa dal mondo, non entrava nessuno nella nostra pasticceria. Così con i miei figli ci siamo messi nel laboratorio e abbiamo studiato molti dolci che ancora oggi si vendono. Tra queste idee quella del fiocco che nasce nel 2010 anche se fino al 2015 ho avuto difficolta nel farlo conoscere e venderlo.”
“Un giorno mi ha chiamato un’associazione bambini meno fortunati e ho deciso di portare loro i miei fiocchi. Dopo 3 mesi da quell’evento il successo dei fiocchi è stato cosi grande che non ho capito nulla, dopo tanti sacrifici era finalmente arrivato il successo. Solo dopo un anno ho capito bene cosa stesse succedendo, non era facile gestire questo fenomeno, da un giorno all altro veder arrivare i clienti da tutta Napoli”.
“Io sono nipote di un panettiere, la lievitazione è importante per me. Dopo un’attenta ricerca tra qualche ricetta di nonno del pane e delle brioche sono arrivato al risultato finale del fiocco di neve. Una brioche lievitata 26, 27 ore che si gonfia ma non rimane compatta, lascia spazio al ripieno di crema di latte e ricotta di pecora. Ovviamente è il nostro prodotto di punta anche se vendiamo molte altre cose come la classica pasticceria napoletana e i vari tipi di fiocco anche con pistacchio o cioccolato. In totale grazie al successo che il fiocco ci ha portato oggi abbiamo tre punti vendita”
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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