Tutto sulla Melannurca Campana IGP che quest’anno registra una produzione in calo ma ottima qualità

Francesco Garbo  | 16 Ott 2023

Iniziata da qualche giorno la raccolta della mela campana più pregiata, la Melannurca IGP. Una fase delicata per questa mela che quest’anno vedrà la sua produzione diminuire drasticamente fino al 30% per via delle condizione climatiche avverse in quest’ultimo periodo. Non solo la siccità provoca danni ma anche la pioggia eccessiva in primavera che ha messo in difficoltà gli alberi in fiore. C’è da dire però che la qualità sarà superiore perché il caldo rende le mele più croccanti.

1 Melannurca, la regina delle mele

Questa mela a marchio d’Indicazione Geografica Protetta, è una varietà italiana tra le più conosciute a apprezzate in tanto da essere soprannominata la regina delle mele. Una polpa compatta e croccante e le dimensioni medio-piccole del frutto sono le caratteristiche principali. La buccia è liscia e cerosa e il colore va dal giallo al verde con striature rosse quando giunge a maturazione completa. Ma questo tipo di mela non è conosciuta solo per la sua bontà ma anche per le proprietà nutritive, alto infatti il contenuto di vitamine tra le quali spiccano le B1, la B2 e la C.

Ricca di minerali e fibre è preziosa per regolare le funzioni intestinali e adatta per bambini e anziani. Preziosa inoltre per lo stomaco come dimostra una ricerca dell’Universià di Napoli Federico II. Molti i composti fenolici che sono in grado di prevenire i danni ossidativi dell’apparato gastrico e aiutando a combattere le malattie gastriche legate all’azione di radicali liberi che la rendono un gastroprotettore naturale.

2 Metodo di maturazione

Le mele non vengono fatte maturare sull’albero ma nei “melai“, ovvero piccoli appezzamenti di terreno nei quali le mele vengono sistemate con cura su strati di materiale soffice. Una volta si utilizzava la canapa oggi aghi di pino o trucioli di legno in genere. I frutti durante la maturazione vengono girati periodicamente per esporre la parte menu matura. Proprio grazie a questo scrupoloso lavoro la Melannurca acquisisce caratteristiche uniche.

Gli scavi di Ercolano confermano, grazie ad affreschi che la ritraggono, che la Melannurca ha almeno due millenni di storia. Plinio il vecchio sul suo Naturalis Historia la chiama “Mala Orcula” perché prodotta vicino all’Orco ovvero gli inferi che si credeva fossero vicino al lago di Averno. Ecco dunque spiegato anche il nome da anorcola e successivamente annorcola fino poi a diventare Annurca nel 1876. Questo nome compare infatti nel Manuale di Arboricoltura di G. A. Pasquale. L’areale di produzione è sempre stato Pozzuoli ma ultimamente si è esteso anche nell’area aversana, maddalonese e beneventana

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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