Un borgo salentino che unisce mito, acque termali, palazzi moreschi e scogliere mozzafiato

Matteo Cicarelli  | 26 Ago 2025

L’estate è sinonimo di relax e non c’è luogo migliore in questo senso della Puglia, in grado di unire riposo e avventura. Questa regione è ricca di cittadine da scoprire, che non solo sanno regalare panorami in grado di lasciare chiunque a bocca aperta, ma soprattutto che sanno rimanere nel cuore. Tra tutte emerge Santa Cesarea Terme, un borgo del Salento orientale, adagiata su un costone roccioso a picco sull’Adriatico. Questa destinazione incanta per la sua doppia anima: quella rigenerante delle acque termali e quella selvaggia del mare che definisce le rocce. Questo luogo mostra la forza della natura e del modo in cui l’uomo si sia limitato ad adattarvisi. 

Cosa vedere a Santa Cesarea Terme


La nascita del paese risale ai primi anni del Novecento, quando avvenne la fusione dei centri abitati di Vitigliano e Cerfignano. Inoltre, la storia di Santa Cesarea Terme affonda le proprie radici nel mito. Si narra che il nome derivi da Cesaria, una giovane fanciulla di Otranto, che voleva farsi monaca e per fuggire dalle violenze del padre si era rifugiata in una grotta. Quando l’uomo la trovò venne avvolto dalle fiamme e si perse nel mare. Da quel momento, sorge ininterrottamente una sorgente di acqua sulfurea. Un’altra leggenda sostiene che il gigante Leuterni, sconfitto da Ercole, si sia rifugiato in una grotta, e il suo alito pestilenziale abbia dato origine alle acque solfuree che caratterizzano quest’area; non importa come si siano originate, l’importante è poter usufruire di queste acque curative, che sgorgano da quattro grotte: Gattulla, Solfurea, Fetida e Solfatara. Oltre alle terme un simbolo della città è rappresentato da Villa Sticchi, un’imponente costruzione in stile moresco che domina il mare e sembra essere uscita dalle pagine de “Le Mille e Una Notte”. La sua cupola e le torrette, tutte realizzate seguendo uno stile arabeggiante, rendono questo palazzo un pezzo d’Oriente trapiantato in Salento. Questa non è l’unica costruzione particolare: sono tante le ville in stile moresco e liberty del territorio. Tra i più degni di nota c’è Palazzo Tamborino, conosciuto anche come Palazzo Miramare, situato a picco sulla scogliera e con un accesso privato alla spiaggia. Per conoscere al meglio questa cittadina una delle soste obbligatorie è la Chiesa del Sacro Cuore, costruita nel XIV secolo sul luogo dove, secondo la leggenda, morì la Vergine Cesaria. All’interno si trova la statua in cartapesta della Santa. Queste mura custodiscono anche la statua del Sacro Cuore di Gesù. L’ultima tappa, da vedere all’ora del tramonto, è la Torre di Santa Cesarea che faceva parte del sistema difensivo costiero e per questo domina il mare.

Le spiagge e le grotte


Il litorale di Santa Cesarea Terme si può definire come intimo, non ha lunghe distese di sabbia. Si compone di una successione di calette, anfratti e piattaforme rocciose levigate dal vento e dal mare. Questi luoghi sono dominati dalla natura. Infatti, è possibile fare il bagno in grotte e insenature, scavate dal mare, dalla bellezza incredibile. Infatti, si deve assolutamente visitare la Grotta Zinzulusa. Inoltre, tra le calette più facilmente raggiungibili c’è la Baia di Porto Miggiano, conosciuta anche come la Spiaggia dei 100 gradini. Questa insenatura accoglie una piccola spiaggetta, circondata da grotte naturali. Per chi desidera, invece, spiagge più accessibili c’è Porto Badisco, con spiagge sabbiose, adatte a tutti, e panorami mozzafiato.

Cosa mangiare a Santa Cesarea Terme

Orecchiette alle cime di rapa
Dopo una giornata rilassante trascorsa tra terme e mare, Santa Cesarea Terme offre anche un’ottima cucina. La tradizione enogastronomica è un’autentica espressione della tradizione salentina. La tavola è un tripudio di prodotti di mare. Infatti, un’esperienza da compiere quando si varcano i confini di questa regione, è quella di gustare i ricci di mare crudi, pescati al momento. Altrimenti, non ci si può far scappare le linguine ai ricci di mare, la zuppa di pesce alla salentina, con scorfano, gallinella e crostacei, e le cozze ripiene alla salentina, cucinate con sugo di pomodoro e aromi. Non mancano pietanze realizzate con materie prime di terra, come le immancabili orecchiette con le cime di rapa e i ciceri e tria (una pasta fresca con ceci in cui una parte della pasta viene fritta per dare croccantezza). Non mancano dolci tipici come il pasticciotto leccese, ripieno di crema, e i mustazzoli, biscotti speziati al miele e cannella. Il tutto accompagnato da vini locali come il Negroamaro e il Primitivo, che esaltano i sapori intensi della cucina salentina.

Matteo Cicarelli
Matteo Cicarelli


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