C’è un borgo nel Gargano che sembra sospeso tra un sogno medievale e la vivacità di una tavola contadina. Camminando tra gli archi e le viuzze a spina di pesce del centro storico di Vico del Gargano, ti ritrovi a respirare un’atmosfera sospesa nel tempo, dove la pietra racconta secoli di storie normanno‑sveve e dove ogni vicolo, stretto e raccolto, pare invitare a uno sguardo curioso.
Paposcia
Mentre l’occhio si perde tra archi medievali e colori pastello, il palato si appresta a un viaggio altrettanto intenso. La prima tappa è inevitabilmente quella del pane e pomodoro, semplice ma perfetto biglietto da visita di ogni pasto, preparato con il leggendario olio extravergine “ogliarola garganica”, conosciuto per la sua qualità superiore. Impossibile non assaggiare la paposcia – o “pizza alla vampa” – una focaccia schiacciata che qui è Presidio Slow Food, croccante fuori, morbida dentro e spesso guarnita con il caciocavallo di Carpino e rucola fresca. È un assaggio che riassume la cucina contadina, fatta di materie prime eccellenti, lievitazioni lente e sapori autentici. Quando si parla di primi piatti, a Vico si resta tra le pietre e la terra. Le orecchiette con noci sono un’espressione gustativa del Gargano rurale: formato artigianale condito con frutta secca e olio, un’armonia di semplicità e sapore antico. I troccoli, tagliolini rustici tipici del territorio, vengono spesso serviti con ragù di carne o con sugo di frutti di mare, mentre le minestre di verdure selvatiche come cicoria e cime di rapa, insieme al pane duro, diventano zuppe calde, nutrienti e genuine. A tavola non mancano mai piatti che parlano di festa e convivialità. Il capretto al ruoto, cotto lentamente con patate e aromi nel tipico tegame di terracotta, è un piatto celebrativo, legato alle festività. In alternativa si trovano piatti di selvaggina, agnello arrosto, o ancora fave e cicorie, che convivono con piatti marinari quando si resta fedeli alla tradizione costiera. Il Gargano si riscopre anche grazie a ricette di mare come la zuppa di pesce, spesso preparata con pesce locale nelle taverne di San Menaio, e comprende quei sapori mediterranei capaci di dialogare con la terra d’ulivo. Il dessert a Vico è un momento di leggerezza, ancora legato alla semplicità. I Sospiri, dolcetti a forma di cupoletta con base di pan di Spagna, crema pasticcera e glassa, sono simbolo della pasticceria locale e legati a un’antica tradizione popolare. Le scaldatelle, simpatici taralli bolliti e poi cotti, profumati con semi di finocchio o cipolla, raccontano le radici contadine del borgo.
Vico del Gargano, cosa vedere
A Vico del Gargano impari che ogni pietanza si gusta meglio respirando il profumo del bosco e ascoltando il vento tra i pini di Marzini. Che la cucina è radicata nella natura e nella storia, e lo diventa grazie a un lavoro paziente di piccoli produttori che non vogliono dimenticare le origini. Che ogni boccone è racconto: di agrumi coltivati sui terrazzamenti, di olio spremuto secondo antiche tecniche, di pasta fatta in casa, di forno a legna e di convivialità senza fronzoli. Vico del Gargano non è una vacanza qualsiasi, è un’esperienza autentica, dove si impara che mangiare bene è anche un modo per amare la terra. È però anche un luogo che regala gioie a chi vuole completare il proprio soggiorno nel Gargano con un pizzico di storia, cultura e tradizione. Vico del Gargano è infatti uno dei posti più belli da visitare in questa celebre zona della Puglia, e dall’alto della sua posizione regala delle viste impareggiabili sul mare e sul verde tutto intorno.
La Chiesa Matrice di San Vito Martire con il suo elegante portale romanico di pietra pugliese e la Torre dell’Orologio, simbolo della città, spuntano tra le case che si stringono intorno al castello federiciano, oggi perfettamente integrato nel tessuto urbano. Dietro le mura, il Trappeto medievale Maratea, antica struttura scavata nella roccia che ospita il museo etnografico, racconta la tradizione oleicola locale, mentre poco più in là, il Palazzo della Bella si erge neo-gotico e fiero, tributo ottocentesco a Firenze. Passeggiare fino al celebre Vicolo del Bacio, largo appena mezzo metro, e scoprire il rito degli innamorati costretti a sfiorarsi mentre vi attraversano, è come narrare un piccolo segreto antico, uno di quelli che permane gelosamente tra gli innamorati del borgo. Ed è il modo migliore per rendersi conto del perchè Vico del Gargano sia anche noto come il piccolo borgo dell’amore!
A Vico però non si resta solo a terra, perché a poco più di un chilometro l’aria si apre sul Belvedere San Michele, dove la vista spazia tra verde collinare, antichi uliveti e, all’orizzonte, il mare azzurro di San Menaio. Questa frazione costiera, collegata al borgo da una panoramica strada, spalanca l’esperienza: un bagno nella Pineta Marzini, tra i pini d’Aleppo pluricentari che lambiscono il mare, è un’esperienza da incorniciare.
[foto copertina @essevu / Shutterstock.com/solo uso editoriale]
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