Nel cuore della Maremma toscana, alle porte di Capalbio, si nasconde un luogo in bilico tra sogno e realtà. Il giardino dei Tarocchi è un museo a cielo aperto talmente magico da superare persino l’immaginazione. Qui, il concreto e l’astratto si fondono e si mescolano, sembra che le carte dei tarocchi abbiano preso vita. Un posto in cui l’arte non si guarda, ma si vive. Dove statue alte come palazzi, ricoperte di specchi, ceramiche e vetri colorati, osservano i visitatori che si sentono all’interno di un universo tra arte, mito e magia. È un’esperienza unica, capace di stupire chiunque.
[foto account Instagram Giardino dei Tarocchi/@giardinodeitarocchi_official]
Un luogo magico nato dalla mente geniale di Niki de Saint Phalle. L’artista iniziò a lavorare al giardino nel 1979, ispirata dal Parque Güell di Gaudí a Barcellona e dal Giardino di Bomarzo. Ci vollero 17 anni per completare l’opera, inaugurata nel 1998. L’idea dietro il giardino dei Tarocchi è quella di creare uno spazio in cui le persone potessero entrare in contatto con la propria spiritualità. L’ingresso del giardino, progettato da Mario Botta, è un imponente muro in pietra tufacea con un grande portale circolare, una soglia reale tra quotidianità e mondo fantastico. Una volta varcato l’ingresso ci si trova davanti a opere imponenti, alte fino a 15 metri, con materiali come ceramica, vetro e specchi, creando un effetto visivo straordinario. La prima cosa che si fa davanti a queste statue è stropicciarsi gli occhi per essere certi di non essere all’interno di un sogno. Ogni statua raffigura una carta dei tarocchi. Infatti, passeggiando tra le viuzze del giardino ci si può imbattere ne l’Imperatore e la Torre, le strutture più imponenti del giardino che rappresentano l’autorità e la stabilità la prima, e la distruzione e la rinascita la seconda. L’opera più affascinante però è la Sfinge che, oltre a simboleggiare la fertilità e la protezione, invita i visitatori a riflettere sulla natura e il ruolo della donna nella società. Un’altra struttura da non farsi scappare è l’edificio dedicato alla Temperanza:una cupola di specchi con una statua che la domina, sembra una cappella, con simboli di meditazione e preghiera. Come tutti i sogni purtroppo anche questo è destinato a finire, ma nei dintorni del giardino ci sono dei piccoli borghi molto graziosi, come Capalbio e Ansedonia.
Una volta visitato il giardino dei Tarocchi, ancora inebriati dalla bellezza delle statue, vale la pena visitare i due borghi che sono nelle immediate vicinanze, anch’essi riservano delle sorprese. Capalbio è un antico borgo medievale che domina un colle da cui si ammira un panorama sul mare e sulle isole dell’Arcipelago Toscano. Appena si varca l’arco di Porta Senese, ci si immerge nell’atmosfera fiabesca del borgo medievale. La prima tappa non può non essere Piazza Carlo Giordano, dove si trova l’opera “Nana Fontaine” dell’artista francese Niki de Saint Phalle, raffigurante una figura femminile colorata e gioiosa, simbolo di libertà e femminilità. Da qui, perdendosi nelle stradine, si arriva a Palazzo Calacchioni e alla Rocca Adlobrandesca, con la sua imponente torre. Anche Ansedonia, a pochi chilometri di distanza, offre scenari sorprendenti. Questo borgo, oltre a una visuale privilegiata sul mare, conserva importanti reperti storici, come la torre della Tagliata, fortezza del XVI secolo che domina il paesaggio e il sito archeologico di Cosa, città romana fondata nel 273 a.C. Suggestiva anche la spiaggia selvaggia della Tagliata, dalla quale si osserva Spacco della Regina, una suggestiva fenditura naturale; all’interno dello spacco si trova una stupenda grotta naturale.
La cucina di Capalbio e Ansedonia è un viaggio gastronomico nell’anima più autentica della Maremma. Qui dominano, in un perfetto equilibrio, sapori robusti della tradizione contadina e i profumi del mare. I protagonisti indiscussi sono i pici al ragù di cinghiale, i crostatini di fegatini, l’acquacotta maremmana e il cinghiale in umido con olive. In estate, a primeggiare sono i piatti di pesce come l’orata, i calamari grigliati e le zuppe di mare. Tra le specialità meno conosciute spiccano il buglione di agnello, stufato aromatico servito su pane abbrustolito, e il capriolo alla palma, marinato in aceto e vino con olive e erbe del territorio. Ogni piatto va rigorosamente accompagnato con un bicchiere di Morellino di Scansano o di Bianco di Pitigliano.
[foto copertina account Instagram Giardino dei Tarocchi/@giardinodeitarocchi_official]
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