Uno chef di Torino ha provato a fare pane, pizza, pasta e biscotti con i fondi di caffè, e quello che è venuto fuori ha stupito anche lui

Marianna Di Pilla  | 15 Mar 2024  | Tempo di lettura: 2 minuti
Farina di caffè, è possibile?

Se diciamo farina di caffè qualcuno potrebbe pensare a qualcosa di davvero fantascientifico. Ma cosa c’è di più italiano di prodotti come la pizza, la pasta e, naturalmente, il caffè?

Come sono i prodotti a base di fondi di caffè

Domenico Volgare, chef di Fuzion Food a Torino, ha dato a questi simboli dei sapori nostrani una nuova vita, usando il caffè come se fosse una farina. Una farina molto speciale, utile a preparare delle specialità irresistibili con impatto zero sull’ambiente.
Un progetto che riesce dunque ad unire sapore e sostenibilità, e che potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza verso frontiere del gusto completamente inedite e innovative.
Avresti mai pensato di assaggiare una pizza al caffè? È proprio questa la sfida di Domenico Volgare a Torino, che dai fondi del caffè ha saputo ricavare la sua speciale ‘farina’ di recupero.
La prima domanda che viene in mente è: pasta e pizza con farina di caffè sono buone?
Chi le ha assaggiate ha notato prima di tutto un certo sapore rustico (a seconda della tostatura del caffè), e un colore più scuro di quello a cui noi tutti siamo abituati.
La pasta somiglia molto nell’aspetto a quella integrale, mentre i biscotti sembrano quasi avere l’aroma incorporato del caffè, dando alla colazione uno sprint inatteso e sorprendente.

E i valori nutrizionali degli alimenti così prodotti?

Quello che si nota nell’utilizzo di farina di caffè è un sensibile abbassamento del 12% circa del quantitativo di zuccheri e calorie, che consente di contenere i picchi glicemici. Si assiste proporzionalmente ad un aumento del 10% del contenuto di proteine e fibre.
In questo modo l’impasto è inoltre arricchito di calcio, potassio, fosforo e magnesio, che insieme agli altri nutrienti contribuiscono a definire un prodotto buono non solo nel sapore ma anche nelle caratteristiche nutrizionali.
Non c’è spazio per la caffeina in questa storia di riutilizzo creativo, dal momento che viene eliminata naturalmente in una precedente fase di produzione.

Una storia sostenibile

Quando si prepara un caffè espresso, meno dell’1% dei composti salutari del caffè finisce nella tazzina. Il restante 99% rimane intatto nei fondi di caffè delle macchine da caffè di tutti i bar, destinato irrimediabilmente a diventare prodotto di scarto.
È proprio in questo che risiede il grande punto di forza di questa preparazione, oltre che il suo aspetto più rivoluzionario. Non serve un caffè speciale per ricavare una farina utile a questo procedimento: lo chef si limita a recuperare i fondi del caffè del suo locale e di alcuni bar nei dintorni.
Si dà così inizio a quello che ha tutte le premesse per essere un ciclo virtuoso in termini di riciclo in cucina e di sostenibilità, che potrebbe aprire nuove prospettive nel mondo del food. All’insegna dell’antispreco e dell’attenzione al tema della sostenibilità.

Non ci resta che rimanere aggiornati per sapere in quale direzione evolverà questa sperimentazione!

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla


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