Vendemmia a rischio per il clima estremo: ecco cosa sta succedendo

Francesco Garbo  | 12 Ott 2023

La vendemmia, si sa, risente molto del clima, sia in maniera positiva sia in maniera negativa. Spesso si parla infatti di ottime annate o pessime annate perché a seconda del clima, siccità o piovosità eccessiva, l’uva arriva al momento della vendemmia in maniera differente. Secondo le stime, sembra che la vendemmia del 2023 sarà la peggiore in termini quantitativi. A lanciare l’allarme l’Unione Italiana Vini.

1 Una vendemmia davvero difficile

Quest’anno le viti sono state vittime del maltempo e tra ghiaccio, incendi, siccità e grandine hanno sofferto moltissimo. A peggiorare le cose la peronospora, una malattia che attacca la pianta rubandogli le risorse necessarie crescere in buono stato. “Rischio corto circuito per il vino italiano in questo 2023″le parole dell’UIV (Unione Italiana Vini) che ha riscontrato la vendemmia 2023 come la più complicata degli ultimi 20 anni.

Si parla addirittura del -12% sia al nord che al sud. Le uve in gran parte risultano danneggiate e asciugate dal caldo eccessivo. Poca produzione si traduce in aumento dei prezzi, che inevitabilmente si riscontrerà sui vini di questa vendemmia. Esplicative le parole del segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti A causa dell’incertezza dettata dalla complicata situazione vendemmiale in questo frangente di mercato abbiamo da un lato quotazioni di sfuso che tentano, con poco successo, un comprensibile rimbalzo dettato dalla scarsità di prodotto. Dall’altro c’è un mercato della domanda, a partire dalla Gdo, che non è disposto ad assorbirne la dinamica e che, anzi, chiede in molti casi la riduzione dei prezzi. Un paradosso, per le imprese del vino, accentuato da un commercio con l’estero in forte ripiegamento”.

Se il vino è poco non si può di certo pensare all’export. Molto evidente la contrazione degli Stati Uniti, uno dei mercati primi al mondo, che nel giro di pochi mesi sono passati da un -4% a un -12% per i vini e un -16% per gli spumanti. Numeri tutt’altro che incoraggianti. Non meglio negli altri paesi che riportano tutti un calo importante:  Regno Unito (-3%), Svizzera (-10%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-13%), ma anche da piazze emergenti come Cina (-27%) Sud Corea (-40%), Australia (-20%) e Brasile (-4%)”.

2 Non solo notizie negative

Se volessimo vedere il bicchiere mezzo pieno ( in questo caso di vino) ci sono state regioni che hanno registrato un’ottima vendemmia come il caso delle Cinque Terre, il così detto vino eroico -basta vedere i vigneti per capire il perché di questo soprannome- che hanno raccolto un’uva in ottimo stato, abbondante e con un perfetto grado zuccherino. Un anno particolare quello della Cooperativa 5 Terre che con questa vendemmia taglia il traguardo dei primi 50 anni. Si parla di un incremento del 20% rispetto alle uve dello scorso anno.

Parole soddisfatte quelle del presidente della cooperativa, Matteo BonaniniLa vendemmia si è chiusa benissimo, abbondante, con grappoli sanissimi. Quest’anno abbiamo puntato meno sullo Sciacchetrà per soddisfare quello che il mercato ci chiede. Nel complesso, 55 quintali di uva sono destinati allo Sciacchetrà mentre per la vinificazione dei nostri vini abbiamo una somma di 1.600 quintali di uve. Abbiamo esaurito le scorte del 2022, stiamo lavorando per uscire in anticipo quest’anno con il nuovo vino. Per Natale potremmo avere con molta probabilità già qualche etichetta fuori, come il Cinque Terre Classico. Il mercato lo richiede. Poi arriveranno le varie selezioni, che hanno necessità di maturare di più”.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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