L’abbamele è in assoluto uno dei segreti meglio custoditi tra i paesaggi selvaggi e le tradizioni millenarie della bellissima Sardegna. Questa pura delizia è un dolcificante naturale, prodotto dai favi delle api e rappresenta in pieno un simbolo della ricchissima eredità culturale e gastronomica dell’isola. L’abbamele è anche conosciuto come “sapa di miele” e questo prezioso sciroppo ha delle origini molto affascinanti e i metodi di produzione lo rendono davvero speciale.
Favo di api
L’abbamele è un dolcificante caratterizzato da note caramellate e agrumate, con sfumature di gusto che spazia da sapori tostati a sfumature più delicate. Questo sciroppo si ricava immergendo e spremendo i favi in acqua calda. Ma l’abbamele non è solo “dolce”, racchiude anche in sé elementi di pappa reale, propoli e polline, che arricchiscono il suo gusto con un ventaglio di aromi complessi e affascinanti. La consistenza si presenta viscosa e il suo colore ambrato intenso, caratteristiche che lo rendono immediatamente riconoscibile e il suo sapore è molto diverso dagli altri dolcificanti naturali.
Quello che rende l’abbamele un prodotto veramente speciale, è la sua versatilità in cucina. Tradizionalmente viene utilizzato come base per molti dei dolci tipici sardi, ma può essere utilizzato come ottimo condimento per formaggi freschi come per esempio la ricotta, o per altri piatti salati, a cui aggiunge un tocco di dolcezza e profondità al sapore. Un’altra importante caratteristica dell’abbamele, è quella di conservare intatte tutte le proprietà benefiche del miele, del propoli e della pappa reale, rendendolo un concentrato di salute e bontà ineguagliabili.
Miele e cera d’api
Le origini dell’abbamele, affondano le loro radici addirittura nella Sardegna nuragica, quando gli abitanti estraevano questo dolcificante naturale dai favi selvatici. E proprio questa pratica antica, giunta attraverso le generazioni fino ai giorni nostri, costituisce una delle eredità più interessanti della cucina sarda. Nei dialetti locali l’abbamele è conosciuto anche come abbattu, s’acuamebi o saba ‘e meli, ed è un esempio perfetto di come le nostre antiche tradizioni gastronomiche possano sopravvivere e adattarsi nel tempo agli usi più moderni e contemporanei.
Il contesto culturale in cui si innesta questa pratica antica è quello di una Sardegna ricca di storie e leggende, dove la cucina riflette la storia e l’identità di un intero popolo. L’abbamele era un prodotto di recupero preziosissimo, in un tempo in cui lo zucchero bianco era un vero e proprio lusso. Oggi, pur essendo raro e difficile da reperire fuori dei confini dell’isola, l’abbamele continua ad affascinare e a riflettere un profondo rispetto per le risorse naturali di un territorio.
Formaggi freschi con miele
Il processo di produzione dell’abbamele è tanto affascinante quanto laborioso e delicato. Una volta che il miele viene estratto dai favi, quello che rimane è una massa di cera che contiene ancora una significativa quantità di miele, pappa reale, propoli e polline. Questa massa viene immersa quindi in acqua calda a una temperatura di circa 45-50 °C, per fare in modo che la cera affiori e che il miele residuo si sciolga nell’acqua. In un secondo momento la cera residua viene separata dal liquido e spremuta ulteriormente, mentre l’acqua zuccherina viene filtrata molte volte per eliminare le impurità.
Il liquido viene poi fatto bollire per ottenere un concentrato, e arricchito con scorze di agrumi come arancia o limone, mentre viene continuamente rimescolato fino ad ottenere una consistenza sciropposa. Ed ecco infine l’abbamele: un dolcificante denso e dolce, pronto per essere utilizzato in cucina o conservato in appositi contenitori. In molte famiglie sarde l’abbamele viene ancora prodotto in casa manualmente, mantenendo viva questa tradizione antica e preziosa.
Quindi per sperimentare la ricchezza della cucina sarda, basta una piccola quantità di abbamele e in un attimo si viene catapultati in un mondo di sapori antichi e tradizioni affascinanti. Un viaggio che celebra la bellezza dell’antica terra di Sardegna e che ne valorizza la ricchissima cultura gastronomica. Provate l’abbamele con dei formaggi molto freschi, per un dessert di fine pasto o come sostituto del caramello o dello sciroppo d’acero. In estate l’abbamele può anche essere diluito in acqua per creare una bevanda rinfrescante per grandi e piccoli.
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