Pizza è sinonimo di convivialità, serate tra amici. Chi riesce a dire no a una pizza appena uscita dal forno? Che sia Napoletana o Romana è sempre deliziosa. Per non parlare poi del mondo delle focacce, da quella pugliese a quella genovese. Insomma non basterebbe un intero trattato per poter analizzare tutte le varianti regionali di questo prodotto amato da tutti. In occasione del World Pizza Day, che cade ogni anno il 17 gennaio, riproponiamo l’intervista al nostro amico Fulvio Marino, panificatore, pizzaiolo e protagonista del nuovo programma di Real Time Il Forno delle Meraviglie.
Ho avuto il piacere di intervistare Fulvio Marino per chiedergli qualche curiosità sul pane e, già che mi trovavo a parlare con lui, ho pensato di fargli anche qualche domanda sul mondo della pizza. Al contrario di quanto si pensi il mondo del pane e della pizza non sono così simili, come Fulvio stesso dice “essere un panificatore eccellente non significa essere anche un pizzaiolo eccellente e viceversa.”
“Io dico sempre che la pizza buona si vede il giorno dopo, può essere buona ma deve soprattutto essere digeribile. La cottura è un aspetto importantissimo per la digeribilità del prodotto. La pizza si riconosce guardando la cottura giusta che non sia bruciata o che non sia troppo bianca. La cottura perfetta deve essere dorata. Poi sicuramente una buona pizza si riconosce anche da altri aspetti come gli ingredienti utilizzati per condirla che vanno rispettati. Infatti non tutti devono essere cotti. Alcuni sono da mettere in cottura, altri da adagiare sulla pizza appena uscita dal forno. Insomma vale lo stesso discorso del pane, grande importanza ha il ruolo visivo ma nel caso della pizza c’è una maggiore attenzione all’aspetto estetico con topping e le decorazioni”.
“Ho fatto la mia prima pizza, semplice pomodoro e mozzarella, come regalo per il compleanno di mia madre. Avevo 12 anni e pensavo di saper fare la pizza in modo facile avendola mangiata tante volte. In realtà è stato un disastro, anche se mia madre ha apprezzato il gesto e si è commossa”.
“Sono un grande sperimentatore di pizze, infatti anche se apprezzo molto le classiche, in ogni pizzeria le mangio poco, mi piace sperimentare, prendere qualcosa dove il pizzaiolo sperimenta un pò, qualcosa che non ho mai assaggiato. Però se ti devo dire il mio gusto preferito allora è una rossa semplice con le acciughe messe dopo la cottura della pizza.”
25 minuti a 250 °C.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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